giovedì 16 luglio 2015

Recensione: "Il tempo che credevo di aver perso" di Fabiola Gravina - Guerra Edizioni

Anni fa in uno scatto di rabbia dissi a mia madre che avrei messo fiori di plastica sulla sua tomba, per evitare lo scomodo di cambiarli. Sono amareggiata  per questa idiozia, non può averci creduto, me lo auguro con tutto il cuore. Noi figli diciamo spesso cose orribili ai genitori, per sfogare la rabbia che ci opprime e anche se in quei momenti vogliamo intenzionalmente ferirli, le nostre esternazioni non dovrebbero essere prese sul serio. Ho pregato in silenzio, davanti alla sua tomba. Se ogni giorno focalizzassimo il pensiero sulla sorte che ci aspetta, finire rinchiusi dentro una scatola di legno e infilati orizzontalmente in un buco di cemento, non riusciremmo più a vivere. E’ l’istinto di sopravvivenza che provvede a cancellare sistematicamente la morte dal nostro cervello.
Titolo: Il tempo che credevo di aver perso
Autore: Fabiola Gravina
Editore: Guerra Edizioni (2014), 0111 Edizioni (2012)
Data di uscita: 6 ottobre 2014
Genere: Fiction & Literature, Romance
Pagine: 284
ISBN: 9788855705356
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TRAMA:
Tradita alla vigilia delle nozze, Giulia fugge a New York per rincominciare una nuova vita. L'arrivo di una lettera dal contenuto enigmatico, spedita dalla madre appena prima di morire, la spinge a far rientro a Perugia per scoprire il segreto nascosto dietro quelle parole. Il susseguirsi degli avvenimenti in un crescendo di scoperte, equivoci e fortunati incontri, permetterà a Giulia di meditare sul significato della vita e della morte, fare i conti con il passato e rileggere con occhi nuovi il difficile rapporto con la madre.

L’autrice:
Fabiola Gravina
Fabiola Gravina è nata a Marsciano, in provincia di Perugia, nel 1961. Si è laureata in Scienze Geologiche presso l’Università degli Studi di Perugia. Lavora a Terni, in una azienda di consulenza informatica. E’ sposata ed ha due figli, ama viaggiare per le città d’arte, fare lunghe camminate in campagna e  cucinare dolci. I libri sono da sempre la sua grande passione, tra i suoi scrittori preferiti ci sono Faulkner, Steinbeck, Bellow e Canetti, tra le scrittrici Virginia Woolf e Alice Munro.
"Il tempo che credevo di aver perso" edito da 0111Edizioni (2012) è il suo romanzo di esordio.
Con Guerra Edizioni ha pubblicato anche il suo secondo romanzo, "Il fossile vivente e la donna dai capelli color mogano" (2014).

Questo romanzo mi è piaciuto fin dalle prime pagine. Con tutte le esperienze negative avute con scrittori italiani, finalmente posso dire di essere pienamente soddisfatta del mio acquisto.

Fabiola riesce, con la sua narrazione fluida e incalzante, a catturare l'attenzione del lettore dal primo istante.
La storia di Giulia, narrata in queste pagine, è una storia vera, in cui ognuno di noi potrebbe rivivere un momento della sua vita, passata o presente.
Chi di noi, infatti, non ha vissuto delusioni come queste, e si è sentito costretto a "fuggire"?
Chi di noi non trascura, in un certo modo, il rapporto con i genitori, pensando di averli sempre al proprio fianco e non sfruttando completamente i pochi momenti che ci vengono concessi? E perché ci rendiamo conto dell'importanza di alcuni rapporti solo nel momento in cui perdiamo una persona cara? Questi interrogativi fanno parte della vita di tutti i giorni, ed è anche per questo motivo che ho apprezzato tanto la lettura di questo romanzo.

La vita e i sentimenti scorrono come un fiume in piena in queste pagine, e ci coinvolgono completamente. Insieme a Giulia percorreremo una strada che ci permetterà di conoscere il suo passato, le sue delusioni e i motivi che l'hanno spinta ad abbandonare tutto e tutti... comprenderemo il suo dolore e assisteremo ad un mutamento interiore legato alla recente scomparsa della madre, Marta. Attraverso l'indagine sul passato di quest'ultima, Giulia indagherà anche dentro se stessa, cercando di capire gli errori commessi in passato, confrontandosi con altri personaggi e analizzandosi da più prospettive. Un libro che racchiude una profonda analisi interiore che forse tutti noi dovremmo provare a mettere in atto.

Sono pochi i libri che rimangono impressi nel nostro cuore, ma "Il tempo che credevo di aver perso" è senza dubbio uno di questi. Lo consiglio a tutti, senza distinzioni di sesso o età. Ne vale davvero la pena, e penso che molto presto leggerò anche il nuovo romanzo di Fabiola!
Bellissimo, un romanzo che lascia il segno.


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